Monday, June 5, 2023

La mia casa

La mia casa è nelle finestre, quella realtà che sta lì fuori. Quel verde inesauribile, quel cinguettio selvatico, quel cielo che passa dall'amaranto di passione, all'ocra di saudade, al nero incazzato, all'azzurro di pace

Tuesday, March 21, 2023

Costruirsi uno spazio per entrare nella dimensione delle meraviglie.

le immagini tecnologiche non informano più? esistono per se stesse solamente con la funzione di generare valore di visibilità? all'interno di un flusso immanente le immagini evaporano. sono superficie piatta. non c'e più alcun esterno. l'informazione visiva e ormai di dominio pubblico? diffusa, capillare, totalizzante, immanente. asserzioni. domande. mi sposto all'esterno utopico. **oltre l'immagine**. per rendere visibile il non visibile. ciò che non e visibile non esiste, nella società dell'informazione caratterizzata dalla velocità, mancanza di tempo e dall'impazienza?
Nel mondo fantasmagorico-allucinatorio, dalla dimensione aptica, l'uomo concentra la propria attenzione sempre più all'estremità di un polpastrello, l'uomo stesso diviene ii terminale connesso all'apparato tramite la sua estensione elettronica. Una società pulviscolare distribuita in masse di particelle mosse da eruzioni emotive, con punti di orientamento divenuti astratti, dove vige la sensazione assoluta senza contestualizzazione storica. Qui emerge la necessita che ii mondo debba essere riunito insieme, per poterne fare esperienza, per riconoscerlo e poter agire in esso.

Contrapporre la dimensione del sogno e del meraviglioso, come punto di vista esterno, per prendere le distanze, creare relazione e comunità e così cercare un territorio sovversivo. Qui mi chiedo allora: esiste ancora nella nostra società quella bipolarità delle immagini (Walburg), come strumenti di pensiero tra funzione estetica e magia, tra illuminazione e superstizione?
E se il pensiero fosse sublimato nel pulviscolo delle particelle minime che da un centro di controllo si diramano verso l'esterno capillarmente?
II senso non sarebbe più nelle immagini che cercano di riprendere la qualità dello *stato delle cose*, ma in quello spazio senza un centro dove agisce ii potere programmatico normativo, ma dove vive anche quell'ecosistema di relazioni, di condivisione politica policentrica, dove ha valore irriducibile la differenza.
Allora lì dove la società viene dispersa programmaticamente in angoli quantici c'è la possibilità di un luogo di sintesi nuovo, dove l'azione per la creazione di immaginari condivisi, si basa sul disvelare, nel divenire più competenti e consapevoli e pertanto meno dipendenti.

[testo presentato come abstract per l'intervento alla Giornata di studi_lNTERFERENZE ARTIFICIALl, organizzato da Tiring House, 24 febbraio. Trento ]

Tuesday, February 21, 2023

L’immagine delle tre gazze fuori dalla finestra.

Non guardo mai fuori dalla finestra. Oggi l'ho fatto. Ed ho visto due gazze volare, identiche, rincorrersi. Ce ne era una terza, poi, appollaiata sulla cima di un alto abete. Dietro quell'orizzonte di montagne e boschi consueto, all'ultimo raggio di sole. Quei tre animali, a me indistinguibili, misuravano lo spazio con i loro corpi in movimento. Le due in volo si sono separate ed una è tornata sulla cima dell'albero di fianco all'altra. Le ho pensate lì, unite e discrete.

Monday, October 17, 2022

Wednesday, February 16, 2022

tempo liberato

Bihac, Bosnia.


Non riesco a sintetizzare né a tornare a due anni fa. adesso che ho portato avanti il mio pensiero, un "pensare in pittura" . Lo spettacolo delle politiche di controllo è il campo da gioco dove si testano tutti quei dispositivi atti alla costruzione simbolica della realtà, utili ad un sistema che si approfitta e sfrutta per propria sussistenza il lato più infantile e arcaico dell'essere umano. 

Ma quello che voglio fare non è semplicemente denunciare, ma capirne i dettagli per poi agire proiettando nuove capacità immaginative. Usare l'immaginifico come strumento per scrutare il buio e proiettare frammenti di luce . Stare tra il visibile e l'invisibile e lì cercare visioni di futuro collettivo. La curiosità rivoluzionerà il mondo. È un atto di fede nell'avvenire. Un progetto politico. Sto qui e incontro persone che hanno vissuti terribili e ricchissimi, sogni personali semplici e profondi. Esperienze intime e di vita che sono per chi vive negli agi del mondo del 'benessere capitalistico' e nato nel privilegio inconcepibili. Si genera un distanza nell'intimità affettiva. Sto qui perchè ho la necessità di ridurre quella distanza e per ritrovare una sfera pubblica comune.

Perchè altrimenti si rimane inebetiti di fronte a dei muri fatti di preconcetti e nozioni indotte, lontane dalla verità,  perché lontane dalla nostra quotidianità, perché non abbiamo più coscienza della nostra individualità. Ecco perché è fondamentale ridare quotidianità all'esclusione, ridargli un immaginario ricco. Indignare non ha più alcuna funzione, nella brevità dell'informazione, nello strumento iconografico dei social dal gesto veloce del digitale

La cancellazione del tempo, ridotto all'istante sovrappopolato di immagini, alimenta e replica invece l'unico l'identico, in un loop continuo che genera una nebuloso cognitiva generatrice di dubbio.


Per questo intervenire sul tempo, è per me la chiave: dare tempo soggettivo e liberato, tempo ribelle. E quale strumento migliore se non quello di prenderesi il tempo giusto, non produttivo, per stimolare la condivisione di immaginari?






Sunday, November 28, 2021

raggi di sole e silenzio

ieri il 25 novembre era festa nazionale qui in Bosnia.
io e Niccolò, insieme ai due ragazzi bosniaci siamo andati lo stesso a lavorare al centro diurno. era una giornata con cielo variabile, e raggi di sole intiepidivano l'aria. arrivati al centro infatti ho subito visto alcuni ragazzi profughi, dai ruderi di fronte uscire e andare a lavarsi nella piccola roggia che scorre di fianco al centro. li ho salutati e cercato di scherzare a gesti con loro. di fare gesti di forza nel vederli in mutande con i piedi nell'acqua, cospargersi di sapone e poi sciacquarsi.
io dalla mia privilegiata posizione, tutto bardato perché stavamo ripulendo uno stanzino da escrementi di topo e sporcizia accumulata, e coperto di strati per temermi caldo.
questa la differenza tra me e loro. e io che mi chiedo come fanno a resistere a quel freddo, a guardarmi e sorridere e non volermi derubare di tutto quello che ho addosso.
quell'ansa di fiumiciattolo, sotto un ponticello dove si lavano è un accumulo di resti, di cose lì buttate perché serviranno o perché non servono più. sembra un angolo disordinato di un bagno in comune, dove le mensole e i bordi del lavabo su cui si appoggiano dentifricio, saponi, asciugamani sono fatte di fango e sterpaglie. un unico appoggio, che viene usato come seduta è un vecchio secchio da pittura. perchè finite le abluzioni, sia asciugano con gli tessi vestiti o una coperta e tutto viene lasciato lì. buttato. e c'è anche chi li biasima per questo.

nel tornare siamo andati a vedere il Garavice Memorial park. in stato di abbandono, infestato da scritte e immondizia. che dire altro.
solo silenzio.

 



Monday, May 17, 2021

A Franco

per aspera ad astra


 
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